lunedì, settembre 23, 2002

Ermeneutica e traduzione 2 . Il dono delle lingue
Napoli 21 22 ottobre 2002
Palazzo san Giacomo sala giunta lunedì 21 ore 9.30
Palazzo Serra di Cassano lunedì 21 ore 16 martedì 22 ore 9.30

La filosofia contemporanea ha in vari modi e seguendo vie diverse affermato la centralità del linguaggio.
Ma il linguaggio, discorso vivente nel quale vengono alla luce contemporaneamente l’essere detto o dicibile delle cose e il poter dire dell’uomo, non esiste al di fuori di una pluralità di lingue, che si presenta a prima vista come dispersione disarmante e irrimediabile. Migliaia di lingue (circa seimila, secondo una classificazione accreditata), ancor più numerose se si contano, oltre le lingue oggi viventi e le loro varianti, le lingue morte e tra le morte, oltre le lingue illustri ancora oggi oggetto di studio, quelle scomparse senza lasciare tracce o solo tracce minime della loro esistenza passata.
E’ qui, in questo iato fra linguaggio e lingue che s’inserisce la pratica e la problematica (e anche la problematicità) della traduzione, che negli ultimi decenni è diventata campo di ricerca di un vasto arco di discipline.
La polverizzazione linguistica sembra un enigma tale da rendere in qualche misura plausibile il ricorso a spiegazioni mitiche, come quella della biblica Babele, e nello stesso tempo da indurre allo scetticismo circa le possibilità di una traduzione adeguata e di un’effettiva comunicazione interumana.
Ma la pluralità delle lingue può essere letta diversamente a partire da una lettura diversa dello stesso racconto biblico: il pluralismo linguistico non sarebbe una condanna e una maledizione, ma significherebbe la rinuncia al sogno totalizzante di una lingua perfetta (e di una traduzione globale e, per così dire, senza residui). La parzialità e la finitezza delle singole lingue diverrebbe, allora, non un ostacolo insormontabile, ma la condizione stessa del comunicare possibile fra gli umani.
In tale direzione si è già svolto a Napoli nel maggio 1999 un primo convegno su “Ermeneutica e traduzione. La benedizione di Babele” Il titolo era debitore a quello del bel libro di François Marty, La bénédiction de Babel, Beauchesne, Paris 1990.
Il nuovo appuntamento previsto per il 21 e 22 ottobre 2002 è ancora una volta inaugurato da un intervento di Paul Ricoeur, i cui testi sulla traduzione, alcuni dei quali presentati in passato proprio a Napoli, sono raccolti nel volume La traduzione. Una sfida etica, a cura di D. Jervolino, Morcelliana, Brescia 2002.
Con questo nuovo convegno il tema della traduzione viene accostato a quello del dono, tema che ritorna nella filosofia più recente sia nei suoi risvolti più rigorosamente fenomenologici (come “fenomenologia della donation”) sia in quelli più specificamente etici ed etico-politici, in relazione ai motivi della gratuità, dell’ospitalità, della convivialità. Nel titolo di questo nuovo convegno non manca un’allusione, che viene lasciato volutamente sullo sfondo, al kerygma pentecostale del dono delle lingue.
Il fenomeno si dà…, si dona…, ma quale ruolo gioca nel suo donarsi il linguaggio e quali difficoltà e prospettive introduce la pluralità delle lingue? Quest’ultima e lo sforzo di traduzione che essa comporta entra quindi nel cuore stesso della costituzione del senso.
Il linguaggio come aspetto imprescindibile della condizione finita e corporea dell’uomo, la costituzione del senso nel nesso fenomeno-linguaggio, la tensione fra universalità e finitudine che risulta da questa duplicità costitutiva dell’umano, e infine la tra-duzione come momento di scioglimento possibile di quella tensione nella pratica traducente e come paradigma delle molteplici forme di interazione e di comunicazione fra le persone: questi sono i temi che reinseriscono la problematica linguistica e antropologica della traduzione nel contesto di un dibattito filosofico a tutto campo.
La traduzione diventa così momento privilegiato di una ricostruzione dell’unità plurale del discorso umano che apre la strada a un’etica della ospitalità linguistica e della convivialità. Il dono della lingua e delle lingue diventa paradigma di un elemento di gratuità che corregge l’ossessione contemporanea verso la mercificazione generalizzata dei mondi vitali e lascia intravedere un possibile fondamento del legame sociale in una prospettiva di solidarietà e di sollecitudine per le persone nella loro concretezza.
Il convegno si propone pertanto di offrire un’occasione d’incontro e di confronto a filosofi e a studiosi delle diverse discipline concernenti il linguaggio, le lingue, la comunicazione e l’interpretazione, conformemente a un’idea di filosofia che non si chiude in se stessa ma che vive nel dialogo costante con tutto l’arco dei saperi e delle esperienze, filosofia che riesce a diventare così a pieno titolo “ermeneutica della condizione umana”.

Dopo i saluti delle autorità accademiche, l’introduzione di Domenico Jervolino e l’intervento inaugurale di Paul Ricoeur, il convegno assumerà la forma di un grande dibattito seminariale nel quale si alterneranno interventi predisposti e interventi liberi.
Organizzano o patrocinano il convegno il Polo delle scienze umane, la Facoltà di Lettere e filosofia e il Dipartimento di filosofia dell’Università di Napoli Federico II, la Facoltà di Lingue dell’Orientale, la Facoltà di Scienze della formazione del Suor Orsola, l’Istituto italiano per gli studi filosofici, l’Istituto culturale francese, il Centro napoletano di semiotica, il Dipartimento di filosofia di Roma 3 …
Il convegno ha il patrocinio del Comune di Napoli, che ha recentemente conferito a Paul Ricoeur la cittadinanza onoraria (come già in passato a Hans Georg Gadamer), come ulteriore testimonianza della vocazione filosofica della città e anche come comune che ha avviato negli ultimi anni, nel quadro dell’educazione permanente, alcune significative esperienze di educazione alla multiculturalità e alla cittadinanza europea.
Il nucleo responsabile dell’organizzazione del Convegno è costituito dai due docenti di Filosofia del linguaggio dell’Università di Napoli Federico II Domenico Jervolino djervol@tin.iy e Rocco Pititto pititto@unina.it .
Tra i docenti non napoletani che hanno finora comunicato la loro adesione: Paolo Fabbri, Massimo Baldini, Donatella Di Cesare, Francesca Brezzi, Onay Sözer, Bertand Bouckaert, Ivanka Rainova, Gianfranco Dal masso, Franco Lo Piparo, Giampaolo Caprettini, Emilio Mattioli…

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