giovedì, giugno 23, 2005

Concilio 4

Vaticano II: la vera storia che nessuno ha ancora raccontato
Il cardinale Ruini boccia senza appello le interpretazioni dell’ultimo Concilio come cesura e “nuovo inizio” della Chiesa. E invoca che se ne scriva finalmente una storia non di parte, ma “di verità”.

Sandro Magister su www.chiesa.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedere una "cesura" nel concilio presuppone una rifondazione basata sui propri desiderata. Scambiano il market oriented, la babele, per una nuova pentecoste.

Una cosa mi pare importante. La lettura del concilio come "cesura" manifesta spesso un corollario: l'antico testamento è un intralcio incomprensibile se non imbarazzante. Da selezionare se non da cestinare.

Marcionismo che ogni tanto torna. E' lampante tra i c.d. progressisti, ma mi pare serpeggi anche tra i c.d. cons.
ld

Angelo ha detto...

A proposito di marcionismo, il primo che mi viene in mente è Enrico Peyretti che vorrebbe depurare la Bibbia, specialmente l'AT, da ogni violenza.

Anonimo ha detto...

trovo buffo che mi si citi Enrico, perche' io Enrico lo incontro ogni settimana ed e' una persona familiare e amica mentre in alcuni luoghi sembra una star da citare qua e là. Proprio buffo. Se prima o poi riesco a invitarlo nel mondo dei blog lo porto in visita da voi, così ci parlate di persona...!

Al di là comunque di Enrico e della sua teologia, sulle quali non penso sia mio compito commentare (ma piuttosto vi invito a leggere www.ilfoglio.org), mi permetto un commento "linguistico". I testi della Bibbia sono ispirati e non dettati e risentono nella scrittura dello stile letterario dell'epoca e dei registri di riferimento. Hanno un pubblico a cui si rivolgono e un linguaggio.
La violenza di cui si narra è anche in questi aspetti.
Ma non vado oltre: troppe poche le competenze e tropo ampio l'argomento.

Sul Concilio, Grillo anni fa (ricordi quel Camaldoli, Botton?) sottolineava sul necessario passaggio di una generazione per permettere alle riforme di articolarsi e di prendere forma.
Al di là di quanto si è disposti ad ammettere, negli anni del Concilio si visse un'occasione inedita e si sono fatte scelte che, pur avendo le radici nella tradizione, non avevano difficoltà a osare di incarnarsi nella storia presente e di trovare nuovi linguaggi e nuovi orizzonti.
E' vero, tuttavia, che tra i pensatori e i credenti si esasperano i toni e si rinneghi ora il passato ora il Concilio ora il presente. E non so quanto sia centrato parlare di "progressisti" e "conservatori": ormai lo scenario è più complesso...

Basta con le "prediche". Ciao!

Angelo ha detto...

Simona, Peyretti sarà sicuramente un'ottima persona, non lo metto in dubbio. Io non lo conosco e mi limito a giudicare quello che scrive.
Qui, ad esempio:
www.chiesa.espressonline.it/printDettaglio.jsp?id=6907
Affermazioni che, almeno per chi è cattolico, non stanno né in cielo né in terra.

AB