venerdì, settembre 23, 2005

L’Italia rischia la fuga in avanti

Durante il finesettimana sono impegnato con il matrimonio della figlia di John Lennon (non il cantante ma un medico di Dublino, eheheh) e quindi non aggiornero' il blog.
Sara' un matrimonio celtico, tra un'irlandese e uno scozzese. Si prevedono danze e vestiti tradizionali. Forse ho perso l'unica occasione della mia vita di indossare il kilt, a meno che all'ultimo minuto .... Hmmm Chi sa...

Comunque, sempre a proposito di matrimoni, pacs e affini, questo articolo apparso su Avvenire qualche tempo fa mi pare interessante.
Buon weekend.


Da Roma Pier Luigi Fornari

Il patto civile di solidarietà francese vuole presentarsi come un istituto dichiaratamente contrattuale, un contratto a tempo indeterminato, che non comporta modifiche di stato civile. Una sua caratteristica è il fatto che può essere sciolto per volontà unilaterale di un componente, nella logica dei molti diritti e pochi doveri. Il contesto limitato del patto contrattuale presenta poi notevoli contraddizioni, che lo portano nella realtà a configurare "un modello di famiglia". Ma non è tutto, perché quando si parla di pacs, bisogna stare bene attenti. C'è pacs e pacs. Ad esempio le proposte di legge presentate in Italia con questa dicitura si spingono assai più avanti, sulla strada del riconoscimento pubblico delle unioni di fatto anche omosessuali, aprendo una sorta di "via italiana" al sodalizio.
Invece è solo attraverso la sottolineatura del carattere contrattuale che il pacs ha potuto superare in Francia il vaglio del Consiglio costituzionale, attivato dall'opposizione. La Consulta transalpina ha sentenziato la conformità alla Costituzione, infatti, ribadendo il carattere contrattuale del pacs, e sottolineando che esso non modifica lo Stato civile. La sentenza dell'alta corte francese recita così: "la conclusione di un pacs non dà luogo all'istituzione di nessun atto di stato civile, lo stato civile delle persone che lo concludono non subisce nessuna modificazione".
Ma nonostante questa sottolineatura del carattere contrattuale, vari giuristi hanno rilevato che lo stesso pacs francese presenta delle ambiguità in quanto, dietro l'apparenza di una veste contrattuale, cela problematiche di tipo familiare che lo fanno apparire come una soluzione alternativa al matrimonio (cfr. E. Calò, " Sul progetto di disciplina degli accordi di convivenza", in Corriere Giuridico, n. 12/2000, p. 1674). Tra l'altro l'ammissione delle coppie unite dal pacs alle riduzioni fiscali comporta un significativo impegno delle risorse pubbliche, concedendo, tra l'altro, ai conviventi di stipulare il pacs quando conviene fiscalmente e non stipularlo quando la tassazione individuale è più vantaggiosa.
Da notare inoltre che il costituzionalista diessino Stefano Ceccanti e l'avvocato Renata Felice riconoscono che «la natura contrattuale sembra, quindi, non esaurire le implicazioni sociali e familiari che connotano tale nuova fattispecie». «Si può affermare, pertanto, che il Pacs - aggiungono gli esperti consultati dalla Quercia - rappresenti una originale combinazione frutto della interazione tra il principio dell'autonomia contrattuale come fonte di autoregolamento del rapporto, da una parte, e istituti propri del diritto di famiglia, specifiche regole poste a tutela della certezza dei rapporti giuridici a garanzia dell'affidamento dei terzi, e il riconoscimento della possibilità di usufruire di prestazioni pubbliche prima riservate ai coniugi, dall'altra. Il Pacs assume, in tal modo, la connotazione di un terzo modello di famiglia, produttivo di status, accanto al concubinato e alla famiglia fondata sul matrimonio». Di qui il passo oltre della «via italiana».
In ogni modo sia per quanto riguarda i pacs francesi che le proposte italiane, i tre tipi di tipologie che si dice di voler tutelare (cioè le coppie eterosessuali, le persone motivate all'unione dall'indigenza, le coppie omosessuali) rappresentano interessi confliggenti. Con il risultato che l'interesse che sembra prevalere appare quello di ottenere un "primo" riconoscimento della relazione omosessuale. Sicché tale logica ha portato in Francia ad escludere dal pacs ad esempio i fratelli e altri tipi di congiunti, che in caso di anzianità potrebbero, invece, rientrare nella categoria delle persone bisognose del mutuo aiuto. Il timore, infatti, era quello di configurare nel contesto del pacs una sorta di legalizzazione dell'incesto. L'esclusione dei fratelli e altre forme di parentela è presente anche nella proposta di Grillini. Inoltre il legislatore si trova sotto uno strano ricatto perché qualsiasi menzione dei figli, che rientrano nella casistica normale della coppia eterosessuale, rischia di configurare nuovi "passi avanti" sulla via dello zapaterismo, che prevede l'ammissione alle adozioni delle coppie gay.
Sta di fatto che il carattere contrattuale, per quanto ambiguo, della legge francese, viene decisamente superato dalle proposte italiane, ad esempio da quella di Grillini che introduce con il pacs, a differenza della legislazione transalpina, una vera e propria modifica dello Stato civile, con l'atto dell'iscrizione nel relativo registro. Altrettanto significativa l'equiparazione in materia di anagrafe dei pacs al matrimonio (art. 23 proposta Grillini). Inoltre i diritti successori spettanti al coniuge sono estesi al convivente. Ed il riconoscimento del valore pubblico del legame è sottolineato dal fatto che nella proposta italiana è prevista anche la concessione al partner della pensione di reversibilità, che risulta assente nella proposta francese. Un intervento, che se da un lato si presta anche alla fittizia stipulazione di pacs al fine di godere del vitalizio, è anche difficilmente spiegabile sul piano di un'equa ripartizione delle risorse della finanza pubblica. In un momento in cui le preoccupazioni relative agli andamenti demografici hanno portato a ridurre al 60% la pensione di reversibilità al coniuge superstite (riforma del 1995), e all'80% nel caso della presenza di un figlio, con la proposta Grillini l'erario si impegnerebbe a finanziarie unioni che per la loro stessa natura non possono o non vogliono fornire adeguate garanzie riguardo all'educazione dei contribuenti del futuro.

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