martedì, agosto 30, 2005

Lorizio

Pino Lorizio, uno dei piu' interessanti teologi italiani, ha aggiornato il suo sito personale, aggiungendo nuovo materiale.

venerdì, agosto 26, 2005

UCD

Sono stati resi noti i programmi dei Master in filosofia del mio dipartimento. Anzi, ora non si chiamera' piu' Deparment ma School of Philosophy/Scoil na Fealsu'nachta.

Il college sta attuando grandi cambiamenti. Hanno ridotto il numero delle facoltà, eliminato i dipartimenti, inserita la modularizzazione e, per concludere, ora abbiamo anche un nuovo simbolo.
Io preferivo il vecchio, con le scritte in latino e in irlandese.

Per quel che mi riguarda, oggi devo lasciare la stanza del residence, per una settimana dormirò sotto i ponti, e dal 5 settembre sarò di nuovo qui a Glenomena.

mercoledì, agosto 24, 2005

Ma se è vero, perchè non si vede in televisione?

Le ultime cose che Monica ha scritto sono simpaticissime.

... Stessa scena, il giorno dopo: "zia moca, ma nonna gioia non c'è più? e perchè? e se non c'è più dov'è andata?" dopo cinque minuti faticosissimi, a cercare di spiegarle che è andata in un più generico "cielo", e che quindi nonno dondo non ha la mamma e che nonna gioia era la sua bisnonna, lei mi congela le sinapsi con la seguente frase "in cielo? zia, ma se è vero, perchè non si vede in televisione?"

Cosa dice la gente quando dici loro che sei un filosofo?

Cosa dice la gente quando dici che sei un filosofo?
Date un'occhiata qui.

Her: Can I ask you a question?
Me: Sure.
Her: It's a philosophy question, is that ok?
Me: Of course.
Her: There's this guy I like. Should I phone him or text him?

lunedì, agosto 22, 2005

In paradiso

I funerali di frère Roger si potranno seguire via internet.
Sembra che saranno celebrati secondo il rito cattolico.



In paradiso ti accolgano gli angeli e i santi.

Adnonsense

Dopo due mesi di sperimentazione, sono giunto alla conclusione che Adsense da risultati deludenti.
I miei blog in questo periodo estivo hanno una media di 60/80 visite giornaliere, con punte di 200. Nonostante le mie sollecitazioni, meno del 3% dei visitatori ha cliccato sulla pubblicità di Adsense, producendo un guadagno medio giornaliero di circa 30 centesimi di euro al giorno, ossia circa 9 euro al mese. Pertanto, se avessi un numero di lettori almeno 10 volte superiore, forse avrei continuato ma a queste condizioni mantenere le colonnine di Adsense comporta solo un rallentamento nel caricamento del blog.

Un discorso a parte sono i ricavi attraverso il motore di ricerca.
Utilizzando opportune chiavi si può arrivare a risultati soddisfacenti ma il regolamenteo vieta di cliccare sui propri risultati, quindi questo lavoro andrebbe fatto da un altro IP, con una certa cautela. Se comunque qualcuno è interessato, posso fornire privatamente le chiavi migliori.

Addio Adsense, cercherò qualche programma migliore.

Allentati i limiti alla selezione degli embrioni in Gran Bretagna

Dal 16 agosto 2005, e fino al 25 novembre, si svolge nel Regno Unito una grande consultazione popolare, voluta dal governo allo scopo di modificare la legge britannica sulla fecondazione artificiale. Ma certamente non in senso restrittivo.

La Human Fertility and Embryology Act (HFE Act) è stata una delle prime leggi ad autorizzare (o, se si vuole, a “regolamentare”) le tecniche di procreazione medicalmente assistita. È stata approvata dal Parlamento della Gran Bretagna nel 1990, cinque anni dopo la presentazione del Rapporto Warnock, in cui una commissione speciale affrontava varie questioni bioetiche legate alla fecondazione in vitro. Il problema dei “figli della provetta”, infatti, non era più eludibile: proprio in Gran Bretagna era nata nel 1978 la prima bambina concepita in vitro, Louis Brown, e molti bambini continuavano a nascere.

A giudicare dal suo approccio etico-scientifico, il Rapporto Warnock era apparso fortemente teso a promuovere le tecnologie riproduttive in nome del “progresso scientifico” e della “libertà di scelta” degli aspiranti genitori, mentre solo in seconda istanza veniva considerato il rispetto per la dignità e i diritti del concepito. Così, è stato proposto e accettato nel Rapporto l’ambiguo termine pre-embrione per indicare l’individuo umano nei primi quattordici giorni di vita dopo il concepimento (cfr. C. navarini, Procreazione assistita? Le sfide culturali: selezione umana o difesa della vita, Portalupi Editore, Casale Monferrato 2005, pp. 53-57).

Il termine è stato aspramente criticato nella comunità scientifica, e tuttavia è rimasto nel linguaggio propagandistico, in quello politico e anche in certa divulgazione scientifica. Di fatto, la HFA Act ha recepito - all’articolo 3(4) - il divieto di manipolazione dell’embrione solo dopo la comparsa della stria primitiva, ovvero dopo il quattordicesimo giorno dalla fecondazione.

La legge inglese del 1990, in realtà, non entra molto nei dettagli. L’elemento fondamentale della normativa è l’istituzione di un’Authority che vigili sulla creazione, sulla conservazione e sull’utilizzo degli embrioni in vitro, nonché sull’uso dei gameti umani e sul ricorso ai donatori, valutando e rilasciando caso per caso il consenso a tali pratiche. Tale autorizzazione ( licence), di fatto, può essere concessa quasi in ogni circostanza.

I divieti assoluti, quelli che non possono essere valicati nemmeno dall’Authority sono infatti pochissimi: il trasferimento nelle vie genitali femminili di embrioni o di gameti non umani – art. 3(2) – , il trasferimento di embrioni umani in animali – art. 3(b) – , la clonazione per trasferimento di nucleo (in realtà superata dall’emendamento del 2001, che autorizza la clonazione cosiddetta “terapeutica”), la conservazione e l’uso degli embrioni dopo il quattordicesimo giorno – art. 3(a)(d) – .

L’assunto di fondo è che l’Authority, e non la legge, sia l’organo più adatto a giudicare la liceità delle tecnologie nella maggior parte dei casi. È stato così possibile approvare senza particolari riserve pratiche come la fecondazione artificiale eterologa, la maternità e la paternità per i single, la diagnosi preimplantatoria per la diagnosi precoce di eventuali patologie nel concepito.

Ma come era prevedibile tale diagnosi ha mostrato nel tempo risvolti problematici, producendo quegli inevitabili scivolamenti verso la discriminazione umana su base genetica giustamente deplorata nella sua essenza da tutti. La selezione era consentita inizialmente per poche patologie ritenute certe e mortali. Ma il quadro è gradualmente mutato, e già da alcuni anni è consentito ad esempio eliminare embrioni portatori di geni associati (peraltro saltuariamente) al cancro della mammella. Più di recente si è riconosciuto il diritto dei genitori all’eliminazione degli embrioni a rischio di sviluppare in età adulta la poliposi adenomatosa familiare, una malattia di tipo neoplastico ad insorgenza tardiva, associata solo nel 60% dei casi al gene incriminato.

Si potrebbe continuare. La direzione è palese: c’è nell’idea di “selezione” della vita umana una portata eugenetica dagli effetti eticamente e socialmente devastanti. È una tendenza inesorabilmente contenuta nel concetto di “scelta” di un figlio fra i tanti “disponibili”, in virtù di caratteristiche possedute o non possedute dai nascituri. Il progetto di revisione della HFE Act, in linea con questa pericolosa tendenza, vorrebbe addirittura introdurre la possibilità di scegliere il sesso del bambino, eliminando gli embrioni di sesso contrario. E neppure per ragioni mediche, cioè a causa di patologie legate ai cromosomi sessuali, ma per attuare un adeguato “bilanciamento familiare” o per motivi di natura “economica, culturale, religiosa”.

In pratica, si potrebbe decidere che dopo due figli maschi non è tollerabile un terzo maschio, o al contrario si potrebbe preferire un maschio ad una femmina. In Israele, dal maggio di quest’anno, la pratica è divenuta legale dopo il quarto figlio, mentre in alcuni stati americani la scelta del sesso del figlio (come di altre caratteristiche genetiche) può avvenire nella pressoché totale assenza di limitazioni. Dunque, la selezione del sesso dei concepiti in provetta sta diventando veramente uno dei big issues da cui il Regno Unito non vuole restare fuori.

Già il 24 marzo di quest’anno una commissione parlamentare britannica, la Science and Technology, aveva pubblicato, su richiesta del governo, un rapporto in cui segnalava i punti per i quali la HFE Act richiederebbe un “aggiornamento” (Great Britain Parliament, House of Commons - Science and Technolgy Committee, Human Reproductive Technologies and the Law , Fifth Report of Session 2004-05, 24 marzo 2005). Il dibattito etico all’interno della commissione era stato acceso: alcune proposte sostenute dal presidente, Ian Gibson, come quella di autorizzare la scelta del sesso negli embrioni in vitro, oppure l’uso di gameti artificiali per non ricorrere ad un donatore esterno (ad esempio nel caso di coppie omosessuali), o l’impianto di embrioni umani in animali a scopo di ricerca, avevano spaccato nettamente in due la commissione.

David King, direttore dell’associazione londinese Human Genetic Alert per il monitoraggio delle questioni sollevate dalla genetica umana, ha osservato: “Il tipo di etica presentato in questo rapporto non è capace di dire di no a niente e perciò non si può definire come etica. La sua inclinazione in un’unica direzione scredita la commissione e la causa politica che sta appoggiando”. In particolare, “la selezione del sesso non dovrebbe essere permessa, dato che trasforma i bambini in oggetti di consumo e aprirà la porta ad un futuro di bambini su misura”.

Ian Gibson non si scompone: “Esistono poche prove per sostenere che il fatto di permettere ai genitori la scelta del sesso dei figli possa avere un effetto squilibrante nella società. Se è un rischio concreto in paesi come la Cina – dove è frequente l’aborto selettivo delle bambine – in Gran Bretagna non esistono indizi che possano verificarsi situazioni simili”.

Può darsi che il diritto alla selezione del sesso, in Gran Bretagna, riesca a non urtare la sensibilità di molte femministe “evolute”; tuttavia non può sfuggire all’annichilimento del senso etico che dalle profondità della coscienza ingiunge di difendere e onorare ogni vita umana nascente, anche la più debole e la meno fortunata, rifuggendo la folle tentazione di popolare il mondo di designer babies.

E alle coscienze della gente il Parlamento inglese chiede ora di esprimersi – via posta o via e-mail – su questa (e su altre) questioni di etica della riproduzione. In un brillante articolo pubblicato all’indomani del rapporto della Commissione Scienza e Tecnologia, Adriano Pessina esprimeva preoccupazione per lo stato “dell’immaginario collettivo, che sembra sempre più incapace di cogliere il confine tra desiderare, progettare, pretendere e discriminare” (A. Pessina, Sembra una scelta neutra. Invece solo barbara, “Avvenire”, 25 marzo 2005).

E continuava: “C’è una perfetta simmetria tra la pretesa di programmare figli sani e belli e l’insofferenza per coloro che non sono all’altezza delle nostre aspirazioni. Il desiderio può facilmente diventare intolleranza”.

Il Parlamento italiano ha riflettuto su tali conseguenze, quando ha emanato la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita che vieta ogni forma di selezione degli embrioni umani, anche a scopo apparentemente “terapeutico”, nella consapevolezza che la malattia e la sofferenza non si sconfiggono eliminando i malati e i sofferenti.

Ci ha riflettuto anche il popolo italiano, prima dei referendum abrogativi del 12 e 13 giugno scorsi, scegliendo di non prendere in considerazione modifiche alla legge 40 in senso eugenetico e selettivo.
Auguriamoci che anche il popolo britannico, sebbene confuso dalla consuetudine con una sostanziale de-regolamentazione della fecondazione artificiale, sappia smascherare l’ipocrisia e l’insensatezza nascosta nelle parole di chi sostiene che “un po’ più” di selezione non farà male.

Quello della selezione del sesso, in realtà, è l’ennesimo tentativo, da parte di un mondo “vecchio”, di far cadere con un colpo di spugna i pilastri stessi della giustizia sociale e il riconoscimento del valore inviolabile della vita umana.

Claudia Navarini
(c) Innovative Media Inc.

venerdì, agosto 19, 2005

50 anni dalla morte di De Gasperi

Estraneo ai movimenti De Gasperi resta un unico

Antonio AirÒ

Nel giugno del 1919, a Bologna, Alcide De Gasperi era acclamato presidente del primo congresso del Partito Popolare italiano, sorto appena qualche mese prima (a gennaio). In questa scelta c'era indubbiamente il riconoscimento per chi, deputato al Parlamento di Vienna, durante la Grande Guerra aveva difeso l'identità nazionale del suo "popolo" trentino e che ora, a pieno titolo, entrava nelle file del movimento cattolico organizzato. C'era anche la consapevolezza che la "questione romana" non impediva più la partecipazione attiva dei cattolici alla vita politica. Questa, per De Gasperi era una questione superata da tempo. Lo statista trentino non aveva direttamente vissuto la stagione tumultuosa dell'Opera dei Congressi, dell'intransigentismo cattolico, del "non expedit". Mai il suo cattolicesimo fu riconducibile a questo o quel gruppo o fazione. E in ciò sta forse il segreto della sua capacità di elevarsi sopra le contingenze e di rivolgere lo sguardo oltre le piccolezze e le miserie di tanta politica, anche del suo tempo. Mentre la guerra si rivelava sempre più "inutile strage", il mosaico di lingue, popoli, religioni costitutivo dell'impero austro-ungarico aveva fatto maturare in lui la convinzione che l'importanza decisiva della difesa delle identità nazionali e locali, i cui caratteri non andavano però confusi col nazionalismo fascista - cui sempre si oppose - doveva accompagnarsi alla costruzione di un'Europa unita e solida, politicamente e non solo economicamente.
Vi è una straordinaria coerenza di comportamento tra il De Gasperi leader della Democrazia cristiana, vincitore delle elezioni politiche del 1948, e il De Gasperi statista, presidente del Consiglio dal dicembre 1945 al giugno 1953 in una continuità non rotta da crisi di governo causate da diatribe tra i partiti della coalizione e tra gli stessi gruppi interni della Dc. Una coerenza c he non si comprende se si dimentica che la lezione del grande trentino non sta tanto nelle scelte fondamentali (dalla riforma agraria, alla Cassa del Mezzogiorno, all'avvio della riforma tributaria…) compiute negli anni di quel "centrismo" spesso vituperato e solo oggi rivalutato, e nemmeno nel costante riferimento alla vocazione occidentale ed europea, che ha segnato il suo impegno fin dalla firma del trattato di pace, approdando poi alla costituzione della Comunità economica del carbone e dell'acciaio e alla Comunità europea di difesa. In De Gasperi risaltava soprattutto l'esercizio di una moralità che permeava senza ombre i comportamenti sia pubblici che privati. Gli premeva, disposto anche all'impopolarità, alzare la qualità della democrazia italiana senza mettere a rischio la libertà conquistata a caro prezzo e senza mortificare, nonostante le asprezze dei contrasti ideologici, il confronto tra le diverse componenti politiche del Paese. Perciò si batté - senza successo - per dare maggiore stabilità al nostro sistema democratico anche attraverso una modifica della legge elettorale volta ad assicurare una maggioranza di governo più solida; una misura che se varata avrebbe contribuito ad evitare il rialzarsi di steccati laicisti e frenato l'affermarsi di tentazioni massimalistiche. Continuò fino alla fine a ritenere il processo di unità europeo un obiettivo irrinunciabile. "Guai se il nostro sforzo dovesse fallire" aveva scritto pochi giorni prima di morire a Fanfani, suo successore alla guida della Dc. Ma il 19 agosto di cinquantuno anni fa il suo cammino si è interrotto. Dimostrando però come in politica si deve e si può essere cristiani integrali, davvero "liberi e forti".

giovedì, agosto 18, 2005

GMG

La Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia entra nel vivo delle celebrazioni.
Il Papa troverà una Germania dove la pratica religiosa è in crescita. Nel mese di maggio, dopo l'elezione di Papa Ratzinger, le conversioni alla Chiesa Cattolica sono state maggiori di tutto l'intero anno precedente. Un Papa tedesco è quello di cui l'Europa aveva bisogno.

Centinaia di blog e di siti web sono dedicati alla GMG.
Qui ne trovate una lunga lista.

Io mi limito a segnalarne qualcuno.

Innanzitutto Catholic Insider, il podcasting di un giovane prete olandese.

Lumen de Lumine, in tedesco.

Young and Catholic di Tim Drake che scrive per il National Catholic Register e il Faith and Family Magazine.

Il blog dei vescovi spagnoli, in spagnolo ovviamente.

Coragio, di padre Willy Raymond, che da Hollywood si è portato a Colonia alcuni attori. Tra questi c'è Jim Caviezel, che ha impersonato Gesù in The Passion of Christ di Mel Gibson.

Lo Speciale di Avvenire, molto ricco.

Su Yahoo News e EWTN trovate centinaia di foto.

mercoledì, agosto 17, 2005

Sport on campus

Lo so che non è una grande notizia e che nel mondo succedono cose più importanti ma non capita tutti i giorni di avere la nazionale di calcio nel giardino. Infatti in questo momento la nazionale italiana di calcio, che stasera giocherà contro l'EIRE, si sta allenando nel campo del mio college. Il campo si trova esattamente ad un metro dal mio residence, ossia al di là del muro di cinta, per cui chi vive nei piani più alti di alcune delle palazzine del residence (non la mia) ha la cucina o la camera da letto proprio a ridosso del terreno di gioco.
Non sono un appassionato e non andrò alla partita ma devo dire che la cosa mi ha emozionato un po'.

Sempre a proposito di sport, in questi giorni si svolge nel mio campus il campionato europeo per nazioni di hockey femminile. Le squadre sono ospitate nel Merville Residence, adiacente al mio, con il quale condividiamo la lavanderia, per cui ogni volta che lavo i panni incontro le campionesse mondiali (olandesi) o olimpiche (tedesche). Non sono un appassionato e forse non andrò alle partite ma devo dire che anche questa cosa mi ha emozionato un po', trattandosi di hockey FEMMINILE.

Frère Roger



Ho appena letto la stristissima notizia della morte di Frère Roger, il fondatore della comunità di Taizé, ucciso da una squilibrata.
Sono senza parole, mi viene solo da pregare per l'anima di questo splendido monaco che ha dato tanto al mondo e non meritava una morte così violenta.

Requiem aeternam dona ei Domine, et lux perpetua luceat ei. Requiescat in Pace.

lunedì, agosto 15, 2005

Funerali

Notizia del 9 agosto 2005, riportata da pochi giornali e in un trafiletto: «Pagano funerale all’autista che ha travolto i loro figli». In fondo, è una non-notizia, perché, si sa, il bene non fa notizia. Però allarga il cuore.

Riassunto: l’auto di due diciannovenni e un ventenne aostani si era scontrata otto giorni addietro con un Tir fuori controllo che l’aveva spinta in una profonda scarpata; tutti morti, anche l’autista del Tir. Il quale era un senegalese.

Nella camera mortuaria di Genova il dolore dei familiari era riuscito a commuoversi anche per quel povero disgraziato che a piangerlo non aveva nessuno. Hanno fatto colletta: quasi cinquemila euro alla vedova e ai sei figli in Senegal.

Strana bestia, il dolore: può trasformarsi in odio ma anche nel suo contrario. Quando ti muore un figlio, poi, dicono che sia la cosa peggiore del mondo. Potevano inveire contro l’immigrazione, che sembra aver creato più problemi di quanti ne abbia risolti, e sarebbe stato umanamente comprensibile.

Invece, no: ha prevalso il pensiero di quei sette sventurati, laggiù in Africa, rimasti senza sostegno. Ha prevalso la compassione. Dal latino cum e patio: soffrire insieme. Un buon esempio, finalmente. Cristiano. Che Dio li benedica.

Rino Cammilleri

venerdì, agosto 12, 2005

Juliet Turner

Stasera andremo alla registrazione del live di Juliet Turner, a Dundalk.

Se non ancora conoscete questa cantautrice irlandese, qui trovate un po' di estratti e anche qualche versione acustica scaricabile integralmente.

This is the sky before you, hope that you can see it.
Still miles to go before you hit the chill stars, start feeling the cold.
Feed your curiosity, this could be the start of something new.
Quiet fears in these darker years so we ask for quiet miracles.
Bored fool, ah you cry for the moon, then you lock yourself inside at night.
You want to die for all the lonely, this could be your last adventure,
One big heroic gesture.

But you can't find a music lover and you can't tear the system down
And you couldn't save the school children on a Saturday in a small market town.
Sorry to say we are not that ambitious cos we get scared.
And days can be long and the nights can be vicious when we get scared.

Now you lie there in your tv chair asleep among your memories,
I must speak fast before you're lost to the past and you are lost to me.
I'd say there are monsters beneath your bed
But there's an angel with a hand on your head.

But you can't find a music lover and you can't tear the system down
And you couldn't save the school children on a Saturday in a small market town.
Saturday in a small market town.
Saturday in a small market town.

Balthasar, la musica per cercare Dio

Balthasar, la musica per cercare Dio

Di Elio Guerriero

Hans Urs von Balthasar nacque a Lucerna il 12 agosto 1905. Ricorre, dunque, in questi giorni il primo centenario della nascita dello scrittore cristiano più fecondo del secolo XX, che non solo ha indotto la teologia a un profondo ripensamento, ma con tutta la sua vita ha testimoniato la «santa inquietudine» di cui ha parlato papa Benedetto all'inizio del suo pontificato.
Come è noto von Balthasar non esordì con un'opera di teologia, bensì con uno scritto musicale «Lo sviluppo dell'idea musicale», nel quale il giovane autore reagiva con vigore alla visione romantica della musica, alla prevalenza del soggettivismo del direttore e dei musicisti sulla forma musicale. La musica è, per lui, «la forma che ci avvicina di più allo spirito, il velo più sottile che ci separa da lui… Esso è un punto limite dell'umano, e a questo limite comincia il divino». Questa impostazione, poi, è confermata non solo negli altri scritti musicali dell'autore, ma nel secondo grande interesse di von Balthasar: la letteratura. All'università, difatti, frequentata in una Vienna che doveva ancora riprendersi dalle ferite della Grande guerra, von Balthasar non studiò musica, «bensì germanistica e quanto vi appresi è ciò che più tardi posi al centro della mia opera teologica: la possibilità di vedere, valutare e interpretare una figura… Di questa attenzione alla figura io sono debitore a Goethe». (Dal ringraziamento per il conferimento del premio Mozart).
Cogliere la forma e figura, Gestalt, è un modo di comprendere la natura, il reale, afferrandone l'unità interna che esiste già e lo spirito dello scrittore, del pensatore è chiamato a scoprire non a inventare (idealismo tedesco). Naturalmente vi è una gerarchia delle forme per cui si passa dalla forma primordiale all'essere animato alla forma misteriosa dell'essere vivente. Però l'universo è cosmo, reca l'impronta lasciata da Dio nella creazione. Per questo la grande opera di critica letteraria che von Balthasar der ivò dalla sua tesi di dottorato in letteratura si chiama Apocalisse dell'anima tedesca: tre volumi nei quali il letterato che cominciava a porsi degli interrogativi filosofico-teologici si accosta ai principali scrittori di lingua tedesca interrogandoli sul senso ultimo delle cose, sulla concezione e il destino dell'uomo che non è solo una domanda per i tempi ultimi, ma è principalmente interrogativo sull'oggi, sulla concezione e la visione dell'uomo che nella letteratura tedesca dal 1400 al 1900 è una concezione eminentemente cristiana. Eppure l'ultimo volume, che esamina gli scrittori nella scia di Nietzsche porta il titolo di «Divinizzazione della morte». Von Balthasar non si lascia intimorire dal linguaggio onirico di chi aveva proclamato la morte di Dio. Come scriverà più tardi nel confronto con un altro scrittore tedesco, Reinhold Schneider, la fede nella resurrezione permette al cristiano come a nessun altro di guardare dentro le fauci della morte. Solo che la fede non può essere ridotta a illusione o vaga promessa, ma è certezza che fa rinascere la vita proprio là dove la morte sembra celebrare i suoi trionfi. E siamo all'interesse teologico di von Balthasar che prese vigore e forma nel terzo e quarto decennio del secolo XX dall'incontro e dal dialogo con alcuni dei grandi teologi e uomini di Chiesa del secolo XX. Durante lo studio della letteratura, a Berlino poté seguire i corsi di Romano Guardini traendone sostegno e conferma per la sua tesi. A Monaco conobbe Erich Przywara che gli trasmise l'amore per Agostino ma anche il frutto dei suoi ostici e fondamentali studi sull'analogia entis, a Lione gli fu amico e maestro De Lubac che gli dischiuse l'orizzonte dei padri, sostenitori di un «cristianesimo che ancora pensa rivolto agli spazi illimitati delle genti e che ha ancora la speranza della salvezza del mondo». Approdato a Basilea, alla vigilia della seconda guerra mondiale, von Balthasar fu ulteriormente confermato in questo orizzon te di speranza universale da due altre figure decisive per il suo pensiero e la sua vita: il teologo evangelico Karl Barth che aveva osato sfidare Calvino sostenendo che Gesù non è una risposta dal doppio esito bensì il sì di Dio al mondo e la dottoressa Adrienne von Speyr. Con i suoi doni mistici, con la partecipazione alle sofferenze di Cristo durante il triduo pasquale, in particolare la discesa agli inferi al sabato santo, Adrienne schiudeva al teologo una strada nuova, la strada della chenosi, la via della spoliazione e della sofferenza che non ha altro fondamento se non la generosità assolutamente gratuita, originaria e sorgiva di Dio stesso. A questo punto von Balthasar aveva trovato quello che egli chiama il Grundakkord, l'accordo fondamentale che come il basso continuo dell'organo ritorna in tutte le sue opere e che ha trovato la sua esposizione più completa e articolata nella trilogia di Gloria, Teodrammatica e Teologica.
Dio è amore. Di conseguenza egli non se ne sta chiuso in se, ma si dà a vedere ed entra in relazione prima con il Figlio nella Trinità santa, poi con la creatura (i sette volumi di Gloria). Dio è amore. Egli corre, allora, il rischio di donarsi completamente al Figlio, di dar vita ad una creatura libera alla quale offre un patto sulla scena del mondo. È l'origine del dramma al quale Dio stesso nel Figlio pone rimedio nella chenosi eterna e nella chenosi di incarnazione, morte e discesa agli inferi (i cinque volumi della Teodrammatica). Dio è amore. Il cosmo e la stessa creatura razionale non sono inganno o apparenza illusoria ma recano traccia e presenza dello Spirito di Dio, lo Spirito di verità e di amore (i tre volumi della teologica).
In Paradosso e mistero della Chiesa, a conclusione di un'appassionata testimonianza a favore dell'amico, Henri de Lubac riportava divertito il giudizio di un visitatore francese che aveva da poco conosciuto von Balthasar. Diceva l'anonimo visitatore: «Mi sembrava di p asseggiare con un padre della Chiesa finito tra gli elvezi».
Vorrei concludere con questa immagine scherzosa ricordando che gli elvezi in questione siamo un po' tutti noi che solo a fatica abbiamo percepito la grandezza della sua opera. Come, peraltro, von Balthasar ripeteva con insistenza essa non postula solamente una intelligenza della mente ma è appello al cuore, è invito alla pienezza della vocazione cristiana, perché non si tratta della nostra bravura ma della chiamata di Dio nell'amore.

mercoledì, agosto 10, 2005

Adsensazioni

Ieri i miei blog hanno avuto oltre 200 visite. Possibile che nessuno dei 200 visitatori abbia voluto cliccare sulla pubblicita' di Adsense che trovare nella colonna destra? Neppure uno!!
A voi non costa nulla e a me fa guadagnare qualche centesimo.
A fine mese vi diro' quanto ho fatto e se effettivamente conviene. Per ora mi sembra una grande illusione.

Reset

L'attuale numero di Reset e' dedicato al ritorno della religione.
Purtroppo solo un articolo e' consultabile in linea: Olivier Mongin e Jean-Louis Schlegel, Francia, ripensare la laicità senza irrigidimenti.
(Grazie a Eurozine)

Sullo stesso numero Pier Aldo Rovatti e Elisabetta Ambrosi ricordano Paul Ricoeur.

Un'intervista a Ricoeur, forse una delle ultime che ha concesso, e' stata pubblicata sul nuovo numero di Janus Head.

martedì, agosto 09, 2005

Roma, anziano barricato in banca.

Cronaca. Roma. "No, non ci sono novita', non vuole uscire. Comunque non appare violento. Coglierlo di sorpresa non si puo' e un'irruzione sarebbe troppo pericolosa". Ecco, avete sentito: le forze dell'ordine escludono un intervento violento, ma siamo ormai al decimo giorno di questa patetica - ma che potrebbe diventare anche drammatica - vicenda esplosa in un istituto bancario della Capitale.

L'anziano funzionario che s'e' barricato nella sua ex banca non vuole infatti sentire ragioni, ha scorte di viveri e acqua evidentemente predisposte per una lunga permanenza, controlla i sistemi di sicurezza della filiale e rifiuta qualsiasi contatto con gli investigatori. Solo la moglie e il parroco del suo paese hanno potuto finora scambiare qualche parola con lui ed entrambi hanno riferito sostanzialmente lo stesso messaggio: "Sono il governatore, io! E' mia la banca, non me la porterete via! Me l'ha detto Dio!". Qui Roma, da via Nazionale e' tutto, a voi studio.

Riccardo Orioles

lunedì, agosto 08, 2005

The Philosophical Family Tree

The Philosophical Family Tree e' uno strano progetto che vuole tracciare gli alberi genealogici in ambito filosofico.
In poche parole, il relatore di dottorato funge da genitore e cosi', andando all'indietro, si puo' stabilire l'appartenenza ad una famiglia filosofica.

Finora il progetto ha raccolto 2421 nomi ed alcune famiglie arrivano fino a Kant!

Ho sperato che il mio bisnonno potesse essere Ludwig Wittgestein visto che la mia supervisor, Teresa Iglesias, ha studiato con Elisabeth Anscombe. In realta' con la Anscombe Teresa ha fatto il post-dottorato, mentre il suo relatore di PhD ad Oxford era David Pears. Ora si tratta di scoprire chi era l'advisor di David Pears.
Ma poiche' ho anche un altro supervisor, Gerard Casey, che ha studiato a Notre Dame, posso sempre sperare di avere un nonno o un bisnonno famoso americano.
In ambito italiano, mi sono laureato con Domenico Jervolino, quindi mio nonno e' Pietro Piovani e il mio bisnonno, se non sbaglio, Giuseppe Capograssi. Niente male.
Se poi allarghiamo il concetto di famiglia, visto che Jervolino e' stato 'adottato' da Paul Ricoeur, tre mesi fa ho perso un nonno prestigioso.

domenica, agosto 07, 2005

Note sui matrimoni omosessuali in Canada e Spagna

“Il sovrano moderno che elegge a contraenti di un matrimonio due soggetti dello stesso sesso recita drammaticamente la parte di un postmoderno Caligola...”

di Pietro De Marco


La recente, e quasi concomitante, decisione dei parlamenti canadese e spagnolo di innovare in materia di diritto a contrarre matrimonio – con apertura alle coppie dello stesso sesso – riapre, in termini di estremo interesse giuridico e politico, la questione dei limiti della “competenza sovrana” dello stato. Quale competenza ha il sovrano (e la cultura giuridica che lo sostiene) di fronte a ciò che può essere ancora chiamato, fondatamente, diritto naturale? E quale conoscenza?

Gli argomenti che il legislatore ha addotto nei due casi confermano, certo, quanto esso sia veicolo di una hybris che neppure riesce a intravedere. Ma nei testi di legge appare dell’altro, emerge cioè l’estrema povertà, anzi il deterioramento degli a-priori cui si fa ricorso.

Per la cultura del legislatore l’istituto matrimoniale non esiste più, anzitutto concettualmente. Il testo approvato dalle Cortes spagnole esordisce affermando che il matrimonio è una manifestazione importante, “señalada”, della “relazione e convivenza di coppia fondata sull’affetto”: definizione infondata, con cui non si supererebbe un esame di sociologia o di antropologia del primo anno. Ma tutto il dispositivo deriva da lì: ogni altra relazione fondata sull’affetto può pretendere sanzione matrimoniale (e ci attendiamo l’apertura di discussione su quelle incestuose, etero e omosessuali), svuotando le risonanti affermazioni sul valore sociale del matrimonio. Insomma una eminente promozione di “mala educación”.

Il testo canadese (Bill C-38. The Civil Marriage Act), preso atto dell’evoluzione della giurisprudenza delle corti, giunge ad affermare che si dovrà valutare non la liceità delle “same-sex couples”, ma se le “opposite-sex couples” stesse non siano ormai un modello di discriminazione. Questo aberrante ribaltamento della sollecitudine del giudice e del legislatore adotta una definizione di matrimonio come “unione volontaria per la vita di due persone”: formula che non indica un vincolo oggettivo ma il contenuto contingente delle volontà dei contraenti. Né consola che il Civil Marriage Act si preoccupi, secondo lo spirito del multiculturalismo canadese, di non ferire le comunità confessionali imponendo loro la stessa concezione di matrimonio e i conseguenti obblighi nella sua celebrazione.

Due rilievi. Sui princìpi, anzitutto. Abbiamo l’ennesima verifica che i fondamenti individualistico-utilitaristici della dottrina corrente in materia di diritti soggettivi e diritti di libertà trasformano questi ultimi in agenti di dissoluzione degli istituti della comunità civile.Giurisprudenza e prassi giurisdizionale operano in una condizione tecnica e teorica di cecità. Alla dottrina dei diritti soggettivi manca oggi sapere storico e antropologico, sostituito dall’ideologia del promuovere e proteggere ogni richiesta di emancipazione da vincoli. Non sapendo più che le istituzioni esonerano l’uomo dalla dipendenza dall’immediato (impulso e desiderio, piacere e dolore) e ne realizzano la libertà, tale ideologia opera con effetti ancora peggiori di una macchina edonistica. La promozione di diritti individuali incondizionati contro le istituzioni fondamentali è promozione di un asservimento irrazionale della comunità all’arbitrario di ognuno.

Dovremo ripetere con un grande critico delle derive anti-istituzionali, Arnold Gehlen, che ciò che smantella tradizioni, forme, ordinamenti primitivizza l’uomo, lo rigetta nella “instabilità della vita istintuale”? È propriamente questo il processo che spinge l’uomo-cultura dalla condizione di padrone della tecnica a servo, poiché la stessa tecnica, che offre con successo strumenti al suo arbitrio, proprio perché efficace gli indicherà in misura crescente gli obiettivi e i beni, sempre nuovi, e lo obbligherà a questi. Ed è questo il contro-natura (umana).

Il secondo rilievo è sugli atti normativi. In tutta evidenza dissolvere l’istituto matrimoniale, perché ogni coppia possa accedervi, è un agire contraddittorio, tecnicamente insensato. Non sussiste un diritto soggettivo incondizionato di chiunque ad accedere a un rapporto definito o a un istituto dato, se non ne abbia la capacità. E nessun legislatore è autorizzato ad attribuire tale capacità a un soggetto, pregiudicando la natura dell’istituto stesso.

Giustamente il topos dell’imperatore Caligola, che nominò senatore il suo cavallo, è ritenuto dalla filosofia politica più che un aneddoto: l’assunto “all’imperatore tutto è permesso” rappresenta l’arbitrio sovrano, la tirannide, nel suo essere anzitutto contro ragione. Il sovrano moderno che elegge a contraenti di un matrimonio due soggetti dello stesso sesso recita drammaticamente la parte di un postmoderno Caligola.

Le disposizioni di legge dei due parlamenti spagnolo e canadese, in quanto vulnerano un istituto di diritto naturale, ovvero costitutivamente umano (che appartiene all’uomo per natura sua), rischiano gravemente d’essere illegittime, ed anzi invalide, inesistenti, come mai promulgate, poiché la sostanza dell’istituto matrimoniale non rientra nell’ambito della competenza sovrana. Se il sovrano se la attribuisce, la sua volontà deve essere dichiarata ingiusta. Se la impone, è tirannide.

sabato, agosto 06, 2005

Jiulian Beever



Le immagini che questo artista di strada riesce a disegnare sui marciapiedi hanno dell'incredibile.

venerdì, agosto 05, 2005

Kaputt

Avviso ad amici e parenti.

Il mio laptop e' in coma profondo.
Confidiamo in un miracolo, nel frattempo abbiate pazienza se non rispondo ai vostri messaggi.

giovedì, agosto 04, 2005

Cineserie

Provate ad immaginare un racconto fatto solo di punteggiatura. Difficile, vero? Eppure qualcuno l'ha fatto.
Hu Wenliang, ad esempio, cinese della provincia di Shanxi. Eccolo:

:?

:!

“‘……’”

(?)·?,?

;——


Vi è piaciuto?
C'è un premio di 140.000 yuan, circa 15.000 euro, se riuscite a decifrare almeno l'80% del racconto, ossia 4 righe su cinque. Vi do un aiuto: si tratta di una storia d'amore, ma questo l'avevate capito, no?

Su Philosophical Fortnights e Rogue Semiotics trovate altri esempi.

Se vi siete persi qualcosa

Non so se l'avete notato ma con la mascherina di Google in alto a destra ora potete fare ricerche anche all'interno del mio blog.

mercoledì, agosto 03, 2005

cao ni zuzong

La Cina ci è sempre più vicina, i giapponesi ce li ritroviamo dovunque e allora non credete sia il caso di imparare ad imprecare come fanno gli asiatici?
Qui trovate la traduzione di uno studio comparatistico sulla filosofia cinese dell'offendere. Già, perché l'offesa è un atto profondamente culturale.
Consiglio di dare un'occhiata anche all'originale in cantonese, qualche parola si capisce.




martedì, agosto 02, 2005

Recensione su Avvenire

Sulle pagini culturali del numero odierno di Avvenire è apparsa una recensione della mia traduzione di Newman.

Deus ex crapula

Ecco, questa mi mancava: Deus ex crapula, un blog in latino!

Copias discorum jazzensum oblitas in arca inveni. Labore nunc adsum tamen sum laetus. Quoniam parvum est negotium sed magna cum musica.

NoBel contro Bel



Sarà che sono meridionale, ma io ho sempre preferito Gigi D'Alessio a Dario Fo.
Se non altro è uno che non si prende troppo sul serio.

Italy in Argentina's Shadow




L'Italia farà la stessa fine dell'Argentina?

lunedì, agosto 01, 2005

Escursioni

Non ci crederete ma qui a Dublino piove da 4 giorni, la temperatura massima è 19 gradi e ieri per uscire ho rimesso il giubbino invernale.
Io dormo con il piumone e ieri Blathnaid a casa sua voleva accendere il riscaldamento.
I miei, in Italia, mi informano che in casa il termometro è arrivato a 32 gradi.
Gli irlandesi si lamentano e vorrebbero un po' di sole, io invece sono felicissimo di questa frescura.
Il mondo è bello perché è vario.

ps.
Se cliccate sulle colonnine di pubblicità qui a destra, mi fate molto contento. ;)

Palazzoapostolico

Palazzoapostolico, un blog che leggeremo con attenzione.