sabato, marzo 21, 2009

L'ultima lettera del parroco di Gaza

L'ultima lettera di Padre Manuel Musallam, il parroco di Gaza.

Charles Colton disse una volta: "L'esperienza ci insegna due cose, la prima è di correggere molto, e la seconda è di non esagerare nel farlo". Israele ci sta correggendo molto. Israele, il nostro vicino a Gaza, non è stato capace di regolare le relazioni con i suoi vicini. Esso corregge il popolo palestinese specialmente perché sostiene che i palestinesi si oppongono al suo ritorno alla "Terra Promessa". Ci sta correggendo, noi palestinesi, con la guerra, i massacri, i crimini di guerra e la deportazione. Ha distrutto le nostre case, le nostre fattorie e i nostri villaggi, e ha stabilito insediamenti su di essi. Ha sradicato centinaia di migliaia di olivi e aranci produttivi, e ci ha proibito di fare il raccolto dai nostri campi. Ha aperto circonvallazioni e ha eroso le nostre terre. Ha distrutto, frammentato e isolato le nostre città, villaggi e campagne. Ha costruito e istallato centinai di checkpoints per scombussolare le nostre vite. Ci ha impedito di raggiungere i nostri santi luoghi di culto a El Aqsa, alla Natività e al Santo Sepolcro. Ha costruito il muro dell'apartheid intorno alla Cisgiordania, Gerusalemme e Gaza. Il muro non ci separa forse dagli altri e i ponti non sono forse luoghi di incontro? Ha spezzato le nostre ossa e proibito cure e medicazioni. Ha assassinato i nostri capi in diversi modi. Abbiamo vissuto sotto le tende, e ci ha proibito i mezzi di vita e di lavoro. Ci circonda con un assedio che blocca la nostra vita quotidiana. Ci ha gettati in un ghetto senza acqua, elettricità, medicine, cibo e lavoro. Stiamo morendo di una morte lenta. Dovevamo "diventare affamati e assetati fino alla soglia della morte senza oltrepassarla.

Sderot, un insediamento vicino a Gaza, è divenuto il Muro del Pianto dove tutti i leader del mondo e i turisti vengono per vedere le reliquie lasciate dai missili Qassam, che hanno ucciso 12 israeliani dal 2002. Mentre noi non osiamo costruire un monumento che perpetui la memoria di migliaia di palestinesi innocenti uccisi durante i crimini di guerra a Gaza, perché Israele non mancherebbe di distruggerlo durante la sua costruzione. Nella recente barbara guerra contro Gaza, centinaia di bambini, uomini, donne e vecchi innocenti sono stati bruciati in forni di bombe e missili sofisticati. Che differenza c'è tra i forni in cui gli ebrei morirono in Germania e i forni in cui noi moriamo a Gaza? Il mondo li ha visti attraverso i giornalisti e i canali satellitari. Persone di buona volontà, come l'Arcivescovo Desmond Tutu e organizzazioni dei diritti umani, avvocati e specialisti in crimini contro l'umanità, hanno incominciato a venirci a trovare. Israele ha impedito alle delegazioni di raggiungerci, umiliandoli, trattenendoli ai confini di Jenin, Rafah e Beit Hanoun, finché non sono riusciti a ottenere un permesso di ingresso. Israele ha distrutto molti segni dei loro crimini di guerra.

Il nostro popolo è incappato nei briganti. Lo hanno spogliato e percosso, e se ne sono andati lasciandolo mezzo morto. Il Sig. Bush ci ha visto, ma è passato dall'altra parte. Allo stesso modo i leader europei, sia il mondo islamico sia quello cristiano, sono venuti qui, e quando ci hanno visto, sono passati dall'altra parte. Quando verrà il Samaritano misericordioso che, vedendoci, avrà compassione di noi?

Gli Stati Uniti, con il loro diritto di veto, hanno respinto qualsiasi soluzione o impegno di diritto internazionale, sicché Israele si è comportato come se fosse al di sopra della legge. Ora l'America vuole cambiare il diritto internazionale, cosí che i leader di Israele non siano processati come criminali di guerra. Israele percorre la nostra terra, perché non ha confini. Ogni giorno, inghiottisce un appezzamento di terra, migliaia di metri quadrati. È possibile che il mondo riconosca uno stato senza confini dopo 60 anni dalla sua costituzione? Lo stato di Israele è l'unico modello di questo tipo nel mondo.

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